lunedì 29 settembre 2014

Monte Viglio - 26 settembre 2014

Per riprovare a fare una gita vera e propria dopo l'operazione al piede sinistro per rottura del tendine tibiale posteriore e decido per monte Viglio coinvolgendo anche mia moglie ed uno dei miei figli.
Partiamo con calma da Roma poco dopo le 9 e 30 (mia moglie ha scordato il cellulare che oggi potrebbe essere utile per mantenere i collegamenti). Arriviamo a Filettino poco dopo le 11 e prendiamo un caffe nella piazza principale. Alle 11 e 40 siamo tutti scarponi ai piedi. La giornata è magnifica, solo un po' di vento ci darà fastidio e la valle ai piedi del Viglio è grandiosa (pur con la ferita degli edifici della Val Granara). In poco più di un'ora (con mia moglie che telefona a destra e manca combattendo con la scarsa presenza di segnale) arriviamo a fonte della Moscosa (sono circa 2,5 km). Consultiamo la guida e poi iniziamo a salire sulla sinistra della fonte ancora nel bosco. Incrociamo un gruppetto di ragazzi che ci mettono in guardia sulla presenza di cani pastore un po' aggressivi. Facciamo quindi un giro largo sul crinale a sinistra del sentiero per evitare il gregge. La salita aumenta di pendenza ed Ernesta soffre. Le propongo di fermarsi e riscendere con calma mentre io proseguo. Dopo pochi metri però sbuco fuori dal bosco su di un meraviglioso balconcino panoramico sulla valle del Liri con una statua di una madonnina. Torno indietro ed urlo a moglie e figlio di salire ancora un poco. Li aspetto e faccio qualche passo incontro a mia moglie. Li lascio quindi sulla radura panoramica e proseguo cercando di capire quanto tempo impiegherò. Mentre parlotto tra me e me incontro due ragazze sedute subito dopo una svolta del sentiero. Poco più in là incrocio una coppia che mi chiede come fare a tornare a Meta. Non ho cartine ed è la prima volta che faccio questo itinerario ma dico loro che alla madonnina un cartello indica un sentiero per Meta. Continuo su una serie di traversi che mi fanno superare diversi colli (i Cantari) aggirandone ogni volta la cima a destra. Vedo un gruppetto poco davanti a me. Faccio una piccola deviazione per la cima Cantari dove c'è una strana statua (un angelo, un santo?) e poi proseguo sempre dietro al gruppetto che mi precede. Affronto una prima piccola discesa che con mio disappunto mi fa perdere quota e poi mi affaccio su un nuovo saliscendi stavolta molto più ripido ed impervio. Ho quasi raggiunto i ragazzi e li vedo impegnati sul Gendarme. Affronto, con qualche patema, i pochi passi di arrampicata e poi affronto l'ultimo traverso verso la cima dove giungo quasi contemporaneamente ai ragazzi. Mi fermo pochi minuti, faccio qualche foto, mi meraviglio per la vicinanza agli impianti di Campo Catino e poi inizio a scendere. Penso di nuovo con un po' di ansia al Gendarme ma poi la discesa si rivela veramente facile. Ora il problema è il mio piede sinistro affaticato. Chiamo mia moglie per ragguagliarla sulla mia posizione (loro sono appena arrivati alla macchina) e mi fermo praticamente solo alla fonte per bere. Intorno alle 16 sono alla macchina anche io. Sosta di nuovo a Filettino per una birra con patatine (gelato per mio figlio) e poi di nuovo verso casa.