Viaggio USA 2012

Prenotazioni
Pianificazione
Partenza
Los Angeles
Pasadena - San Simeon
San Simeon - San Francisco
San Francisco - l'outlet
San Francisco - primo giro
San Francisco - Viarengo ed Alcatraz
Da San Francisco a Lake Tahoe
Da Lake Tahoe a Yosemite
Yosemite - Half Dome...
Da Yosemite a Sequoia
Sequoia - Crystal Cave e generale Shermann
Da Sequoia a Lone Pine (Whitney Portal)
Da Lone Pine a Las Vegas (Death Valley)
Las Vegas - Il torneo di basket giovanile
Da Las Vegas a Zion
Zion - The Narrows
Zion - Observatory Point
Bryce - Navajo Loop
Da Bryce a Moab (Pick-a-boo Loop)
Moab - Arches
Da Moab a Bluff (Canyonlands)
Da Bluff a Gran Canyon
Da Gran Canyon a Sedona
Sedona - Pink Jeep Tours
Da Sedona a Phoenix (Mount Wilson)
Da Phoenix a San Diego
San Diego - USS Midway
Da San Diego a Los Angeles - Goodbye America

La prenotazione dei voli


Quest'anno ce l'abbiamo fatta!

Era tanto tempo (anni!) che ne parlavamo e tentavamo di pianificare questo viaggio.

Per partire dall'inizio devo tornare indietro a giugno 2011 quando riceviamo dall'American Express la comunicazione che abbiamo diritto al "companion ticket" che significa che con una spesa di 50000 miglia accumulate col programma "Millemiglia" di Alitalia possiamo prendere due biglietti invece che uno solo. Abbiamo 186 giorni per decidere. Ci prendiamo quasi tutto il tempo e quando ormai siamo agli sgoccioli (novembre 2011) ne discutiamo ancora (andiamo da soli, andiamo in Argentina ecc. ecc.) ed alla fine decidiamo per il viaggio tutti insieme nel sud-ovest degli Stati Uniti nell'estate del 2012. Abbiamo ipotizzato questo viaggio verso i grandi parchi americani tante volte provando anche ad abbozzare degli itinerari e relativi preventivi ma abbiamo poi sempre rinunciato spaventati dai costi. Per prima cosa identifichiamo il periodo tenendo conto della scuola dei ragazzi: sono in terza media e quindi hanno gli esami a fine giugno. Ci teniamo larghi, dopo aver preso qualche informazione sul calendario egli esami, e poi chiamiamo il servizio Millemiglia per prenotare i biglietti. Dopo un po' di tentativi ci viene proposto: partenza il 12 luglio e ritorno il 9 agosto per Los Angeles. E' un periodo più lungo di quello preventivato ma siamo legati ovviamente alla disponibilità di posti. Per noi grandi il biglietto "gratis" alla fine costa circa 200 euro mentre per i ragazzi siamo costretti a comprare due biglietti a prezzo pieno che vuol dire poco meno di 1000 euro ciascuno.  Potremmo anche sfruttare le nostre miglia per almeno un altro biglietto ma io non ho abbastanza miglia mentre Ernesta (mia moglie) ha le miglia ma non è abbastanza qualificata (io sono membro del club Ulisse e lei no). Chiudiamo la telefonata con una certa soddisfazione mista a trepidazione per la grande avventura appena iniziata. L'ansia è già in agguato soprattutto per l'aspetto "costi". Noi da subito ipotizziamo una spesa intorno ai 10000 euro ed alla fine scopriremo di non aver sbagliato più di tanto. Ora abbiamo 7 mesi per pianificare ed organizzare il viaggio.




La pianificazione del viaggio


Seconda puntata del mio racconto del viaggio in USA nell'estate 2012.

Una volta presi i biglietti per il volo ce la prendiamo comoda per quanto riguarda la pianificazione. Io, quasi da subito, comincio a "sbirciare" internet per acquisire le prime informazioni su tappe possibili, posti da visitare, cose da fare. Partecipiamo anche ad una serata presso la sede del CAI di Roma(Club Alpino Italiano - http://www.cairoma.it/) che illustra, tramite una proiezione di foto, un viaggio proprio nel sud-ovest degli USA fatto da alcuni soci del CAI l'estate 2011. Il viaggio è durato circa tre settimane ed ha toccato San Francisco, Yosemite, Zion, Bryce, Monument Valley e Grand Canyon. Ci godiamo le belle foto fatte da Angelo, un socio già conosciuto altre volte per la sua passione per la fotografia e prendiamo nota dei parchi visitati anche se tutti molto famosi. Passa comunque poi un po' di tempo ed all'inizio del 2012, approfittando di una promozione della libreria Arion, acquistiamo le prime guide (tutte "Lonely Planet"). Sono tre guide: una su San Francisco della serie "Incontri", piccola ed essenziale, una sulla California ed infine una sugli Stati Uniti occidentali. Una volta in possesso delle guide comincio ad abbozzare un itinerario su un foglio excel. A febbraio, in concomitanza con le nevicate a Roma una prima bozza di viaggio è pronta. In quel periodo, durante una gita in montagna, conosco Enrico, appassionato  degli "states" che visita quasi tutti gli anni e che comincia a darmi qualche consiglio. Gli spedisco via mail la bozza di viaggio e con un paio di "botta e risposta" arrivo alla definizione della versione quasi definitiva. Cerchiamo anche di iniziare a prenotare qualcosa ma ci limitiamo per il momento ad una sola notte a Yosemite nel "Curry Village" dove saremo ospitati in una tenda fissa. Passa ancora altro tempo senza grandi progressi sul fronte pianificazione viaggio. Su segnalazione arrivata via mail visitiamo la libreria "Libreria del viaggiatore" e la troviamo veramente molto interessante: ha guide, mappe, libri ed in generale e ci consiglia nella scelta ed alla fine compriamo una ottima mappa stradale del North America ("Road Atlas" - USA CANADA MEXICO della Michelin) ed una guida in inglese dei parchi di "Zion" e "Bryce" (Frommer's Zion & Bryce Canyon National Park). Un po' sul filo del rasoio (siamo ormai quasi a giugno) completiamo, Ernesta ed io, l'itinerario e ci buttiamo a prenotare alberghi e motel a tutto spiano. Una ricerca a parte la conduco io per trovare un ristorante a San Francisco che sia all'altezza del festeggiamento del compleanno di Ernesta che sarà il 15 luglio. Sono indeciso ed alla fine scelgo e prenoto "Gary Danko". Prenotiamo anche la gita ad "Alcatraz" non riuscendo però a trovare posto nelle visite serali che sembrano essere le più suggestive. Pochi giorni prima della partenza Ernesta si procura altre guide della Routard chiedendole in prestito ad una biblioteca comunale: una sul sud-ovest degli Stati Uniti ed i parchi nazionali e l'altra sulla California. Siamo ormai pronti per la partenza!
Ecco comunque l'itinerario finale. I km segnalano solo le distanze minime tra alberghi ma non soono quelli poi percorsi effettivamente che sono stati molti di più (circa 4500 miglia e cioè più di 7000 km).



La partenza

Giovedi 12 luglio: pronti, via!

Il giorno fatidico è finalmente arrivato. Dopo un periodo di lavoro piuttosto intenso si parte. Sveglia alle 5 e 30. Chiamo Giacomo per fare la doccia e poi scendo in garage per cercare la psp (playstation portatile) che potrebbe risultare molto utile per far trascorrere ai miei figli le lunghe ore di viaggio che ci aspettano. Purtroppo non la trovo, chissà dove l'abbiamo nascosta quando abbiamo fatto scattare l'ennesima punizione! Mettiamo nei bagagli le ultime cose e poi alle 6 e 30 scendiamo scaglionati. Diego, il nostro chauffeur, ci aspetta in strada. Pur essendo molto presto troviamo un po' di traffico nel prendere l'autostrada per Fiumicino ma è poca roba. Alle 7 siamo in aereoporto. Il check-in si rivela un po' lungo credo per colpa dell'impiegata (Jacqueline) che sembra timorosa di utilizzare una certa procedura al computer. Avevo chiesto l'assegnazione dei posti per tempo (due settimane prima) e viene rispettata (siamo in tre su una fila con mia moglie da sola su un posto corridoio sulla fila dietro). Ci sbrighiamo invece nei passaggi del controllo bagagli e della dogana. Tra i due controlli compriamo una scheda  telefonica prepagata per poter chiamare l'Italia senza incorrere in grossi costi con i nostri cellulari. Ci fermiamo quindi a fare colazione nel primo posto che incontriamo e poi con il trenino raggiungiamo il nostro gate. Pochissimi minuti di attesa e ci imbarchiamo. I nostri posti sono praticamente in fondo all'aereo. 

Ci sono parecchi posti liberi e quindi riusciamo a sistemarci a coppie in due file da tre. Leo ed io siamo nei posti laterali mentre Giacomo e mia moglie sono nella fila centrale. Abbiamo quindi un posto vuoto che ci consentirà di riposare meglio durante il lungo volo. 
La visibilità dall'aereo è per lunghi tratti quasi nulla: uno spesso strato di nuvole ci separa dalla vista della terra. Si riesce a vedere qualcosa quando siamo nel punto più a nord della nostra rotta. Poi, quando siamo ormai negli Stati Uniti da tempo, sorvoliamo una enorme area desertica. Atterriamo puntualissimi a Los Angeles (dopo 13 ore di volo!) con un tempo atmosferico un po' grigio. Solita coda alla dogana dove Ernesta si intrattiene con l'impiegata molto gentile sul tema dei gemelli. Raccogliamo quindi il bagaglio ormai pronto da tempo e prendiamo una navetta per il parcheggio della Hertz. L'ufficio è enorme con una discreta fila, ma gli impiegati sono molti ed arriviamo al banco velocemente. L'impiegato recupera la nostra prenotazione e poi ci convince a cambiare auto (troppi bagagli) dandocene una con navigatore (Chevrolet Captiva) e prospettandoci l'acquisto di un pacchetto di assicurazioni da paura. Mia moglie ed io ci consultiamo velocemente ed alla fine decidiamo per accettare tutto! La cifra del preventivo legato alla prenotazione è lievitata enormemente e questo sarà il mio incubo della prima settimana di viaggio.        
Alla macchina Ernesta nota che manca la tendina copri bagagli. Provo a chiedere ma bisognerebbe cambiare macchina. Rinunciamo e programmato il navigatore per portarci al nostro albergo a Pasadena inziamo la nostra avventura. Dopo una mezz'ora di strade secondarie capisco che aver programmato il navigatore con l'opzione "less use of freeway" non è stata una bella idea. Riprogrammiamo il navigatore e dopo un altro po' di peregrinazioni ed un paio di errori di navigazione giungiamo al nostro albergo. Un "car valet" ci chiede se vogliamo appunto il "valet parking" e noi, con un po' di fatica per comprendere l'offerta che ci viene fatta, accettiamo (14 $ al giorno). Una volta giunti in camera cadiamo un po' tutti addormentati (per noi ormai è notte fonda mentre qui sono solo le 7 di sera). Riusciamo comunque a scuoterci ed a dirigerci verso "Old Pasadena" la parte più caratteristica e frequentata di Pasadena. Non ci arriviamo però perchè una pizzeria ("Pizza Kitchen") ci cattura lungo la strada. Mangiamo ovviamente pizza esagerando prendendo un dolce faraonico. Dopo cena raggiungiamo finalmente Old Pasadena dove passeggiamo un po' tra negozi e locali per mangiare e divertirsi.  Alle 10 siamo tutti a letto.



Venerdi 13 luglio - Pasadena


Ci svegliamo alle 8 con una giornata ancora grigia come ieri, giorno di arrivo in USA. Decidiamo di muoverci dall'albergo in macchina e di dirigerci verso "Old Pasadena" per fare colazione. Dopo una serie demenziale di giri in macchina alla ricerca inutile di un parcheggio puntiamo diretti verso "downtown". Parcheggiamo a ridosso del "Civic Center" e poi a piedi risaliamo "Main street" verso "El Pueblo", piccolo sito storico a ridosso di downtown. Lungo la strada ci fermiamo, su segnalazione della nostra guida, al "Caltrans building" sede del California Department of Transportation e "fulgido" esempio di architettura futurista. Arrivati a "El Pueblo" (una piccola piazzetta fiancheggiata da pochi edifici di sapore sudamericano) facciamo finalmente colazione in un locale che da sulla piazza. Percorriamo poi una stradina caratteristica (Olvera street) con tante bancarelle e locali dove si può mangiare. Ritornati sulla piazza ci soffermiamo in una vecchia caserma dei pompieri che mostra mezzi ed attrezzi d'epoca dei vigili del fuoco.Continuando a seguire le indicazioni della guida ci dirigiamo ora verso la chiesa "Our Lady of Angels" una costruzione moderna molto particolare ed interessante. Scendiamo quindi lungo la "Grand Avenue" indugiando al "Music Center" del quale fa parte anche la "Walt Disney Concert Hall" una altro edificio futurista dalle grandi superficie argentate e curvilinee. Ci fermiamo nel negozio che fa parte della Concert Hall e compriamo un cd di jazz (Bill Evans) ed un gioco per Giacomo. Chiediamo anche indicazioni su come raggiungere l'NBA store dove vorremmo comprare degli articoli per il figlio di una nostra amica ma un signore molto gentile ci avverte che all'indirizzo che abbiamo non dovrebbe esserci nessun NBA store trovandosi fra l'altro in una zona non proprio "a la page". Scendiamo ancora lungo la strada e ci fermiamo di nuovo appena fuori il "MOCA" (Museo di arte contemporanea di Los Angeles).
Chiediamo ai nostri figli se vogliono visitarlo ma loro hanno ormai sviluppato una sorta di "allergia" pericolosa verso tutti i musei in genere.Ci aggiriamo poi per la "Grand Plaza" un vasto spazio tra grattacieli di uffici con vari ristoranti, una grande area per concerti ed una piccola funicolare. Pranziamo in due posti diversi dividendoci tra grandi e piccoli. Torniamo quindi su "Grand Avenue" e siamo attratti da un piccolo museo dedicato alla compagnia "Wells Fargo" dove ci facciamo scattare una foto di famiglia dalla ragazza che fa da custode. 

Raggiungiamo poi il parcheggio ed in macchina cerchiamo l'NBA store di cui abbiamo l'indirizzo preciso. Arrivati sul posto guidati dal navigatore ci rendiamo subito conto che il signore che in precedenza ci aveva dato qualche indicazione ha ragione: nessuna traccia del negozio. Scegliamo come prossima meta l'"Exposition Park" dove riusciamo a visitare velocemente il "California Science Center", un museo molto vicino all'Explora che abbiamo a Roma e poi il "Rose Garden" dove scattiamo molte foto alle varietà più interessanti.

Ora tocca ad Hollywood. Ci rispostiamo in macchina e riusciamo miracolosamente a parcheggiare in una via residenziale adiacente sperando di non incappare in qualche divieto di sosta misterioso. Facciamo il pellegrinaggio davanti al teatro dove tutti gli attori famosi hanno lasciato impronte di mani e/o piedi e scritte varie. Ci soffermiamo poi nel piccolo centro commerciale adiacente dove alla fine ceniamo in un locale perfetta replica di uno degli anni '50 ("Johnny Rockets"). Ci concediamo infine un altro piccolo giro per Hollywood boulvard e ci incuriosisce un folto gruppo di ragazze che, in abiti veramente succinti, fa la file per entrare in un locale. Alle 23 siamo tutti a letto in albergo.      



Oggi lasciamo Los Angeles per dirigerci verso San Francisco con sosta prevista più o meno a metà strada a San Simeon. 

Ci svegliamo intorno alle 7, prepariamo i bagagli e poi scendiamo in reception e chiediamo dove sia possibile fare colazione non troppo lontano dall'albergo. L'impiegato ci segnala un posto che possiamo raggiungere a piedi in pochi minuti e che risulta essere veramente molto carino e molto "americano" (Marston's restaurant). Ci troviamo infatti diverse famiglie del posto e facciamo la classica colazione americana (uova, pancetta ecc.). Partiamo quindi in macchina e ci dirigiamo verso lo "Staples Center" che è il "palazzo dello sport" di Los Angeles per cercare di capire se riusciamo a comprare delle magliette dell'NBA. Il negozio c'è ma con prezzi troppo alti per i nostri budget. Lasciamo lo Staples e puntiamo verso Beverly Hills. Percorriamo per un paio di volte Rodeo Drive, strada famosa per i  negozi di lusso, senza però fermarci. Poi, seguendo le indicazioni della nostra guida, cerchiamo le case di personaggi famosi ed inerpicandoci per stradine sempre più piccole raggiungiamo quella che ci viene
 segnalata come casa di Leonardo Di Caprio.

Cerchiamo poi, facendo un po' di giri, di fare una foto per Leo con la scritta "Hollywood" sullo sfondo. A questo punto decidiamo di lasciare Los Angeles e puntiamo verso il mare per raggiungere Venice. Un traffico bestiale ci fa impiegare un tempo enorme per arrivare al mare ed anche il tempo atmosferico non è un granchè: è nuvoloso e fa anche freddo! Lasciamo il mare per percorrere un strada più interna e dopo un bel po' ci ritroviamo a passare per lo stesso punto (è un concessionario Tesla) attraversato un paio di ore fa! Arriviamo infine sulla freeway che ci dovrebbe portare verso nord più speditamente, ma ancora incontriamo parecchio traffico. A Santa Barbara, dove incontriamo delle case bellissime, lasciamo la freeway ed imbocchiamo una strada (154) che ci porta in alto verso una zona dapprima brulla ma poi coltivata a vigneti.
Facciamo sosta ad un "vista point" da dove ci godiamo un bello scorcio sulle montagne circostanti e su un lago (lake Cachuma). Torniamo in vista del mare solo quando ormai siamo vicini alla nostra meta odierna: San Simeon. Arriviamo in albergo alle 20 ormai all'imbrunire. Ceniamo nel locale accanto al motel (siamo un po' in mezzo al niente, solo una fila di 3-4 motel e basta). Mangiamo hamburger e nacos.    





Domenica 15 luglio - San Simeon - San Francisco


Siamo pronti a caricare la macchina alle 8. Segue una breve discussione su dove fare colazione e poi decidiamo di tornare nel locale dove abbiamo cenato. Giacomo e Leo prendono la colazione all'americana mentre io mi accontento di una coppa di frutta: ci stiamo rendendo conto di quanto la spesa per la colazione incida sul bilancio della vacanza e cerchiamo in qualche modo di arginare, almeno noi grandi. Ci avviamo quindi sulla strada che costeggia il mare. Ci fermiamo quasi subito in una grande area di sosta (a 7,7 km a nord di Hearst Castle) dove si possono osservare i leoni marini: ce ne sono molti in acqua ed una vera e propria "mandria" a terra, sdraiati sulla spiaggia immobili che sembrano quasi morti. Facciamo tante foto e piccole riprese con la videocamera.
Nel parcheggio indugiamo anche con un piccolo scoiattolino che si fa avvicinare ed addirittura toccare. Ripartiamo continuando a percorrere la strada lungo la costa (la "1") che sale e scende in continuazione a seconda della conformazione del litorale offrendoci degli scorci bellissimi verso il mare. La giornata è fredda e grigia ma le viste sono tutte spettacolari. Ci fermiamo diverse volte e ci concediamo una sosta più lunga in corrispondenza di una caletta che fa parte dello "Julia Pfeiffer Burns State Park". Siamo ormai nel tratto di costa denominato "Big Sur". Solo io scendo dalla macchina e percorro un piccolo sentiero sospeso sopra la caletta che porta ad un punto panoramico dal quale si vede una piccola cascata che precipita direttamente sulla spiaggia.
Il mare finalmente assume i colori ai quali siamo abituati anche in Italia e fa venire voglia di fare un bagno anche se le temperature non sono certo estive! In questo tratto di costa incontriamo anche un piccolo villaggio molto caratteristico dove avremmo potuto anche pernottare. Arriviamo quindi a "Carmel by the sea", una città "bomboniera" come direbbe il nostro amico Paolo. Giriamo in macchina incantati dalla miriade di casette tutte carine e perfette. A questo punto decidiamo di "saltare" Monterey perchè non abbiamo più molto tempo e prendiamo. Puntiamo quindi direttamente su Santa Cruz che ricordiamo entrambi (mia moglie ed io) per il Luna Park sulla spiaggia. Però si vede che sono passati più di vent'anni e la confusione di gente e macchine non rende giustizia ai nostri ricordi. Troviamo il Luna Park, ma è assediato dalle auto e ci allontaniamo con un po' di nostalgia per l'immagine che avevamo di questi posti. A Santa Cruz lasciamo la costa e prendiamo la strada "9" che ci porta verso le montagne. La strada è bella perchè immersa in un bosco con alberi altissimi. Ci fermiamo solo per un "pit-stop" in corrispondenza di un locale dove prendiamo gelati ed hot dog. Proseguiamo ancora su questa strada pù del previsto perchè sbagliamo strada ad un bivio, ma siamo ripagati da scorci incredibili sulla bay area. Scendiamo poi sulla "101" ed entriamo a San Francisco subito bloccati da un ingorgo. Con l'aiuto del navigatore cerchiamo strade alternative ed attraversiamo la baia arrivando in albergo intorno alle 19 circa. Ci prepariamo velocemente per la cena che faremo nel ristorante "Gary Danko" che ho prenotato dall'Italia perchè oggi è il compleanno di Ernesta! Cena buona, assediati e coccolati dai camerieri in un locale molto particolare.        

Lunedi 16 luglio - San Francisco

Facciamo colazione alle 8 e 30 nel nostro albergo: i ragazzi la solita americana con Leo che si prepara i waffles da solo. Ernesta ed io invece solo frutta e toast. Oggi abbiamo deciso di andare all'outlet di Gilroy a sud della città seguendo uno spunto preso dalle cronache di viaggio del mio collega Marco (vedi il sito "thebananatours"). Prima però cerchiamo di dare un'occhiata a Berkeley, la famosa università di Oakland. Siamo costretti da lavori in corso ad un largo giro e quando arriviamo davanti all'ingresso principale rimaniamo un po' delusi. Proseguiamo poi per l'outlet dove arriviamo che è quasi l'una dopo aver fatto una disperata sosta in un'area di negozi e ristoranti per un mio bisogno fisiologico! L'outlet è molto grande ed è diviso in 4 zone diverse non vicinissime. Visitiamo parecchi negozi comprando scarpe per Giacomo, blu jeans per me e Leo, tute per Ernesta ed altre cose. Alle 6 lasciamo l'outlet e ci dirigiamo verso Palo Alto dove ci fermiamo in University avenue per dare un'occhiata al Cafè Venetia dove ho appuntamento con Vittorio Viarengo ("Viva la focaccia") la mattina dopo. Scopriamo una via molto interessante con molti negozi ed altrettanti posti dove mangiare. C'è anche un Apple store dove inevitabilmente spendiamo un po' di tempo. Riprendiamo la macchina e ci fermiamo a Stanford per farla vedere ai nostri figli. Siamo ormai all'imbrunire e c'è un'aria bella frizzantina. Ceniamo in un Subway sulla strada verso San Francisco. Arriviamo in città percorrendo la mitica oneoone (101). Cerchiamo di percorrere Lombard street senza riuscirci e poi andiamo lungo i pier per vedere il Golden Gate ma è tutto avvolto dalla nebbia. Nella zona del Presidio passiamo accanto ad una bella palestra con grandi pareti esterne vetrate che fanno intravedere all'interno decine di pareti per arrampicata. Arriviamo in albergo passando per downtown alle 10 e 30.

Martedi 17 luglio - Primo giro per San Francisco

Ancora colazione in albergo: scegliamo tutti quella a buffet ed approfittiamo per portarci via qualche dolcetto per la sopravvivenza quotidiana... Partiamo in macchina dall'albergo con l'intenzione di cercare una lavanderia a gettone nei pressi dopo evr preso qualche indirizzo da internet. Quelle ch e incontriamo però non ci attirano più di tanto per aspetto e frequentazione e quindi desistiamo e ci dirigiamo verso il centro. Parcheggiamo molto vicinia Powell street dove c'è un capolinea del cable car. Vorremmo prenderlo ma c'è una notevole fila e quindi ci incamminiamo verso Telegraph Hill passando accanto al grattacielo a piramide simbolo di SF. Ci fermiamo in un piccolo bar nella hall di un elegante albergo per prendere un caffè Illy! (buono ma abbondante come al solito). Saliamo poi alla Coit Tower attraverso i "Filbert's steps", una scalinata che si sviluppa tra case e scorci bellissimi. Arrivati alla torre ci aspetta una vista spettacolare su tutta la città e sulla baia. Entriamo nella torre per vedere i murales che ci sono all'interno ispirati a temi sociali e poi iniziamo la discesa verso Fisherman's Wharf. Giriamo un po' tra i vari moli soffermandoci da "Boudin, una panetteria che prepara il pane utilizzando il lievito madre! Ernesta poi cerca un banchetto dove prendere del fritto di mare e compra dei calamaretti (con chips). Per tornare indietro proviamo a prendere il cable car e ci mettiamo disciplinatamente in fila al capolinea di Hyde Street stimando in una buona mezz'ora l'attesa che ci aspetta. Dopo un paio di partenze però un addetto si avvicina a noi, ci chiede quanti siamo e se vogliamo salire. Accettiamo di slancio e saliamo dentro in cabina. La corsa si sviluppa per gran parte lungo Hyde Street ed è proprio su questa strada che scorgiamo una lavanderia "modello" che potremmo utilizzare per il nostro primo bucato. Scendiamo al capolinea a Powell Street e, in attesa di Ernesta che visita un negozio, ci godiamo gli spettacolini di strada, in particolare un ragazzo che suona una serie di strumenti a percussione legati alla schiena e collegati da tiranti a mani e piedi. Riprendiamo la macchina per andare alla lavanderia che abbiamo notato dal cable car. Facciamo un po' fatica a parcheggiare ed anche a capire le modalità per lavare (la lavanderia si chiama The Missing sock ed utilizza una carta prepagata per tutti i servizi offerti). In attesa dei panni facciamo un giro nei dintorni separandoci (io con i ragazzi ed Ernesta da sola). Noi risaliamo sulla Russian Hill tra case e condomini da sogno ed arriviamo fino all'Ina Coolbrith Park, un piccolo spazio verde da cui di nuovo si godono meravigliosi scorci sulla città e sulla baia. Torniamo alla lavanderia per l'asciugatura e poi a piedi raggiungiamo la pizzeria "Cinecittà", gestita da italiani e segnalata dalla nostra guida. Il posto è carino ed accogliente anche se un po' piccolino ma le pizze sono smaccatamente americane! Ed il conto anche un pochino salato (100$ in 4). Ripresa la macchina finalmente riusciamo a percorrere Lombard Street per ben due volte.

Mercoledi 18 luglio - Viarengo ed Alcatraz


Mi alzo alle 6 per andare all'appuntamento con Vittorio Viarengo (il creatore del sito: vivalafocaccia). Ho appuntamento alle 7 e 30 al Cafè Venetia a Palo Alto. Incontro molto traffico a sud di Oakland che rallenta un po' la marcia. Poi attraverso il Dumbarton bridge verso ovest ed in breve sono all'appuntamento con qualche minuto di ritardo. Vittorio è seduto fuori dal locale. Mi offre cappuccino e cornetto (paga con carta di credito!) e quindi ci sediamo a chiacchierare ad un tavolino all'interno. Partiamo da vivalafocaccia per arrivare al suo lavoro attuale (è vice-president di VMware e segue i prodotti desktop), alla sua vita in USA ecc. ecc. Vedo che guarda spesso l'orologio e gli chiedo se ha un impegno. Risponde che alle 8 e 15 viene presentato ufficialmente il nuovo CIO e non può mancare. Mi parla di difficoltà a trovare "ingegneri", di criteri di valutazione dei collaboratori, di "bonus" (da 50000 a 350000 dollari l'anno!) per tenere collaboratori validi, della qualità della vita negli states, della impossibilità ormai di tornare in Italia, delle ore passate nella panetteria di famiglia a Genova, dei suoi inizi di sviluppatore di interfacce pper db ad oggetti. Poco dopo le 8 ci lasciamo, peccato perchè la conversazione era veramente interessante. Torno quindi in albergo dove ci prepariamo per andare ad Alcatraz. Facciamo benzina con un po' di difficoltà per pagare con la carta. Attraversiamo Bay bridge, lascio tutti alla biglietteria e parcheggio nei pressi del pier 33. Raggiungo moglie e figli in fila, foto di rito prima dell'imbarco e poi si parte. La giornata è notevolmente migliorata rispetto a qualche ora prima e il tragitto verso l'isola ci offre degli scorci sulla città e sulla baia veramente perfetti. Una volta sbarcati ci sorbiamo un discorsetto iniziale di benvenuto e poi saliamo verso gli edifici dell'ex carcere dove prendiamo le audioguide ed iniziamo il giro previsto. La cosa che più mi colpisce è la dimensione delle celle ed il loro arredamento: un letto, un tavolino minuscolo con sedia, un lavandino, un water e due mensole. Il giro è interessante e le vedute su San Francisco, il Golden Gate e la baia incantevoli. Torniamo a terra, riprendiamo la macchina e ci dirigiamo ad Alamo square per le Painted Ladies, delle vecchie case di stile vittoriano. Un tizio ci apostrofa chiedendoci da dove veniamo e ci rivolge qualche parola in italiano. Poi vediamo che fa lo stesso con le alòtre persone nel parco. Poco dopo Leo trova un blackberry per terra. Ci sono delle foto del parco e quindi è stato perso da poco. Cerchiamo il proprietario ma senza esito. A piedi andiamo poi verso Haight street che visitiamo. E' una strada veramente folcloristica che sembra rimasta indietro di 30-40 anni. Ci affacciamo anche verso Golden Gate Park e ci meravigliamo di vedere l'ingresso est affollato di "vagabondi" nl senso buono del termine, cioè di persone che volenti o nolenti vivono per strada con pochi mezzi. Mangiamo poco distante in un Mac Donald. Poi riprendiamo la macchina ed attraversiamo il Golden Gate Park verso Ocean Beach dove facciamo una piccola sosta sulla spiaggia e poi, sempre in macchina, attraversiamo Castro e quindi torniamo in albergo.

Giovedi 19 luglio - Da San Francisco a Lake Tahoe


Oggi lasciamo San Francisco! Facciamo i bagagli e saldiamo il conto. La macchina ci segnala da ieri di cambiare l'olio del motore e quindi, per precauzione, ci fermiamo al posto Hertz più vicino al nostro albergo. L'impiegata della Hertz prende nota delle kiglia percorse e poi, una volta tornata in ufficio, consulta il computer e mi dice che posso fare ancora 300 miglia senza problemi. Ripartiamo diretti alla lavanderia The Missing sock dove laviamo ancora parecchia roba. Una volta avviato il lavaggio ci dirigiamo verso una "boulangerie" che ci ha suggerito un altro cliente della lavanderia. Il locale è tra Green street e Polk street e si chiama La Boulange - Polk. E' una bakery molto carina e ben frequentata. Prendiamo torte, croissant con caffè in tazze di porcellana e latte in bicchieri di vetro. Ernesta compra anche due baguette per il pranzo (una normale ed una condita con il formaggio). Ritorniamo alla lavanderia, asciughiamo i panni, li pieghiamo e partiamo per il Golden Gate bridge. Il tempo è nel frattempo molto migliorato ed attraversiamo il ponte con solo ormai qualche pennacchio che oscura la parte più alta dei piloni del ponte. C'è molto traffico ed anche molta gente in bicicletta che affittano quasi tutti a Fisherman's Wharf. Ci fermiamo dall'altra parte del ponte in un vista point molto affollato dal qual scattiamo qualche foto. Rinunciamo a scendere a Sausalito e ci dirigiamo direttamente verso Napa percorrendo prima la 101 e poi imboccando a Marin la 37 che poi lasciamo per la 121. A Napa ci fermiamo per un pit-stop presso un locale (Fosters Freeze) dove prendo un cono gelato (vaniglia e cioccolato) mentre i ragazzi dormono. Poco prima ci eravamo fermati in un "park & ride" abbastanza squallido per mangiare un panino. Il locale del gelato è arredato in stile anni '50 e noi ci sediamo su un sedile posteriore di auto.
 Ripartiamo incontrando parecchio traffico intorno a Sacramento (ora siamo sulla I-80). Dopo un po' la strada si fa più scorrevole ed iniziamo una lunga salita verso la Sierra. Superiamo i 2000 metri di altezza e poi ci fermiamo ad un vista point sul Donner Lake. Passiamo quindi vari comprensori sciistici (si arriva a ridosso delle piste praticamente in autostrada!) e poi deviamo verso lake Tahoe passando davanti all'ingresso del comprensorio di Squaw Valley. Il lago si rivela solo quando la strada arriva al livello dell'acqua. Ammiriamo le case costruite nel bosco a ridosso del lago e ci fermiamo ancora in un paio di vista point: in uno di questi troviamo una coppia di sposi che sta facendo fotografie.
Giacomo a Lake Tahoe
Arriviamo finalmente al motel intorno alle 19 e30. Check-in e consigli per la cena. Corriamo al Brewery Pub dove ceniamo americano.

Venerdi 20 luglio - Da Lake Tahoe a Yosemite


Avevo messo la sveglia alle 5 per alzarmi e fare qualche foto del lago con la luce dell'alba, ma la sveglia non scatta. Ci alziamo verso le 7 e 30. Chiudiamo velocemente i bagagli e telefono all'American Express per chiedere conto dei doppi addebiti registrati nei giorni precedenti. Mi rispondono che è un problema noto e che provedderanno allo storno degli addebiti in più. Facciamo quindi il check-out chiedendo anche un consiglio per la colazione. Ci indicano un Danny's a poca distanza dall'albergo dove facciamo la colazione all'americana con uno sconto del 15% perchè veniamo dal motel. Dopo colazione ci fermiamo in riva al lago su una piccola spiaggetta. L'acqua è limpida e trasparente e ci sono già dei bagnanti sulla spiaggia. Ci mettiamo quindi in viaggio per Yosemite percorrendo la 89 verso Monitor Pass. Facciamo qualche sosta per scattare delle foto. Ci fermiamo poi un po' più a lungo a Bridgeport per fare benzina e comprare un gallone di acqua. Troviamo anche una bakery dove compriamo "cheese bread" e qualche dolcetto. Sostiamo ancora su un "vista point" sul Monolake dove incontriamo una coppia di italiani con i quali scambiamo quattro chiacchiere. Loro stanno procedendo in verso contrario al nostro e sono già stati a Yosemite. Scendiamo quindi verso il lago e sostiamo ancora al bivio con la Tioga road. Saliamo al Tioga pass (a 3031 metri di altezza) in uno scenario incantevole tra rocce, alberi e laghetti. Al posto di ingresso al parco prendiamo il "pass" valido un anno per tutti i parchi. Ci fermiamo ancora al Pot Hole, una collinetta arrotondata di roccia che Leo ed io scaliamo in poco tempo e che ci permette di godere di un bel panorama su questa porzione di parco. Proseguiamo poi senza ulteriori soste per il Curry Village dove arriviamo poco dopo le 6. Ci mettiamo in fila per il check-in e prendiamo finalmente possesso della nostra tenda. E' abbastanza spaziosa con un letto matrimoniale e tre letti singoli. Andiamo quindi a cena sempre nel "village" e prendiamo delle pizze tonde grandi da dividere.

Sabato 21 luglio - Yosemite


Siamo nel cuore di Yosemite ed io non posso non approfittarne. Decido di salire il sentiero che porta in cima all'Half Dome. Mi alzo alle 5 e 30 (la sveglia era in realtà alle 5!) ed in pochi minuti sono sul sentiero che parte proprio a poche centinaia di metri dalla nostra tenda. Pianifico un'ora e mezza di salita in modo da essere di ritorno per fare colazione con la famiglia ed in questo tempo (solo qualche minuto in più) arrivo alla sommità delle Nevada Falls. Mi stupiscono dversi gruppi già in marcia prima delle 6 ma credo siano tutti diretti alla cima che vuol dire circa 1500 m. di dislivello e l'ultimo tratto con le corde fisse che crea un po' di congestione. In salita ad un tratto perdo il sentiero e mi trascino dietro un gruppo di ragazzi che conosce la strada meno di me. Scambio anche qualche chiacchiera con un signore che va sulla cima, o almeno spera, chiedendogli anche se è necessario l'imbrago per l'ultimo tratto. Alle cascate indugio un po' e poi decido di scnedere per un'altra strada e cioè per il John Muir trail che affronto seguendo un gruppo di ragazzi con grandi zaini e poi quando questi cambiano sentiero un tizio gentile mi indirizza sulla strada giusta. Questo sentiero è sicuramente più interessante dell'altro e molto meno frequentato. Inizia con un lungo traverso su una parete di roccia con il sentiero però sempre molto largo e protetto. Il confronto con le nostre parti è impietoso: qui i sentieri sono oggetto di una manutenzione direi quasi maniacale. Incontro i soliti scoiattoli, dei cervi e delle persone con cavalli e muli. Arrivo in fondo dove i percorsi si riuniscono incrociando una marea di persone di tutte le età e con tutte le attrezzature possibili. Alle 9 e 30 sono alla tenda ma non trovo nessuno, solo un biglietto che mi avverte che sono a colazione. Li raggiungo nella parte a buffet dove ripristino velocemente le calorie consumate. Dopo colazione sgombriamo la tenda e partiamo a piedi per Mirror Lake. Ad Happy Isles prendiamo lo shuttle e scendiamo in corrispondenza di Mirror Lake. Abbiamo ancora un miglio da fare lungo il quale troviamo un capriolo a bordo strada. Arriviamo finalmente al lago ma facciamo fatica a capire dove sia. Evidentemente è in una fase di secca e si vedono solo delle pozze più o meno grandi con gente che fa anche il bagno. Riguadagniamo la fermata dell'autobus e lo prendiamo per tornare al Curry Village da dove ripartiamo subito in macchina. E' sabato e Yosemite si sta riempiendo oltre ogni limite. Decidiamo di lasciare il parco per andare a Yosemite Bug (la nostra prossima sosta, appena alle porte del parco). Ci fermiamo lungo la strada per comprare da bere (ormai la temperatura è oltre i 100 F) e poi in un'area picnic un po' dimessa per mangiare. Alle 16 circa siamo a Yosemite Bug. La sistemazine è di nuovo in una tenda ma stavolta le condizioni sono sicuramente peggiori: ci sono delle improinte di pedate sulle pareti della tenda. Mi faccio una doccia nei bagni in comune e poi stazioniamo a lungo nella bella sala comune sfruttando il wi-fi. Ceniamo appena possibile (ormai siamo allineati sugli orari americani) e poi rimaniamo ancora nella sala per un po'.

Domenica 22 luglio - Da Yosemite a Sequoia


Ci alziamo intorno alle 8. Il bagno comune è già abbastanza affollato. Scambiamo quattro chiacchiere con un gruppo di italiani (sono in 8 con una sola macchina!) parlando di itinerari e di qualità della vita qui in USA. Facciamo poi colazione: Leo e Giacomo all'americana mentre Ernesta ed io ci dividiamo un piatto di pancake. Ci laviamo i denti e quindi lasciamo Yesimte Bug con l'intenzione di andare a vedere le sequoia a Mariposa Grove. Ci arriviamo poco dopo le 11 e troviamo però la strada sbarrata. Ci dicono di scendere al Wawona store per poi utilizzare lo shuttle ma non troviamo posto nemmeno lì. Visto che stiamo andando verso il Sequoia Park rinunciamo a Mariposa Grove (e due, anni fa in visita sempre a Yosemite per motivi di tempo dovetti già rinunciare alle sequoie). Torniamo indietro e ci fermiamo a Oakhurst per fare benzina e per comprare un po' di frutta. Ripartiamo seguendo una strada diversa da quella indicata dal navigatore. Passiamo dal Bass Lake (carino, color verde acqua). Facciamo poi avanti ed indietro su di un tratto di strada per cercare di seguire quella che avevo scelto ma perdiamo un sacco di tempo su strade poi alla fine non molto interessanti. Dopo una strada molto tortuosa affrontiamo in pianura un lungo rettilineo, poi pieghiamo verso est e ci fermiamo ancora a comprare della frutta. Ci fermiamo ancora per il consueto pit-stop in un posto isolato dove hanno pizza ed ice-cream. Prendiamo due coni ma la ragazza ha un bel da fare per prendere il gelato che sembra troppo gelato... Verso le 4 arriviamo all'ingresso del parco e ci fermiamo quasi subito al sito della General Grant sequoia. Facciamo un piccolo tour delle sequoia presenti e rimaniamo veramente a bocca aperto: sono un vero e proprio fenomeno naturale. Ripartiamo in macchina facendo un piccolo tratto della strada che porta al King's canyon arrivando fino al punto panoramico "Junction View". Mi pento di non averci pensato prima a questa strada ed aver perso tempo in altre strade alla fine un po' insulse. Torniamo indietro ed abbandoniamo l'idea di attraversare il Sequoia park per puntare diritti al nostro lodge. Diritti si fa per dire perchè facciamo un'altra strada molto tortuosa. Nelle ultime miglia costeggiamo un altro lago artificiale (Wood Lake?) e poi finalmente arriviamo. Il lodge è carino, posto accanto al fiume dove si può fare anche il bagno. Ci sistemiamo constatando che il "fold out mattress" è in realtà un materasso pieghevole. Andiamo a cena al ristorante accanto al lodge (Gateway Inn).

Lunedi 23 luglio - Sequoia, Crystal Cave e generale Shermann


Facciamo colazione in stanza, sono uscito a comprare latte, succo di frutta e biscotti. Facciamo il caffè partendo dai grani, macinanndoli con un piccolo tritatutto e poi usando la macchina che fa il caffè americano e che è sempre presente in ogni albergo. Entriamo quindi nel Sequoia park: l'ingresso è praticamente attaccato al nostro lodge. Ci fermiamo al Foothill vistor centre per prendere i biglietti per la Crystal Cave e ci avvertono che ci sono delle difficoltà di circolazione causa lavori stradali che impongono un senso unico alternato regolato da semaforo con tempi abbastanza lunghi. Passiamo invece l'ostacolo abbastanza velocemente

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