Viaggio New York 2011
Martedi 22 febbraio
Ci alziamo poco dopo le 6 per fare gli ultimi preparativi e preparare la colazione per Leo e Giacomo. Ci rendiamo conto all'ultimo momento di non aver chiesto l'assegnazione dei posti ma ormai è troppo tardi. Ci ricordiamo entrambi del nostro viaggio di nozze in Thailandia quando arrivati al check-in ci dissero: "Non so se riesco a trovare due posti vicini...". Scendo poi a ritirare i soldi al bancomat per pagare Diego. Risalgo solo per prendere i bagagli e scendere. Diego è puntualissimo. La giornata è bella anche se con qualche nuvola sfilacciata in cielo. Diego chiama l'ADR per chiedere conferma del terminal (T3). Ci lascia, senza farsi pagare (sistemeremo tutto al rientro), abbastanza lontano dal nostro check-in. Al check-in solo io ho il posto assegnato e sembra che non ci sia altra possibilità che i posti centrali lato corridoio ma poi la signorina (che ci dice essere anche lei originaria di Messina come Ernesta) ci trova due posti vicino al finestrino. Chiediamo anche la preassegnazione dei posti per il ritorno alla biglietteria Alitalia. Passiamo il controllo dei documenti praticamente da soli. Facciamo colazione e poi ricarichiamo i telefoni di Ernesta. Andiamo poi al gate dopo aver comprato questo taccuino nel negozio Fabriano. Al gate compriamo un paio di giornali e poi ci mettiamo ad aspettare. L'imbarco avviene con un po' di ritardo ed io riesco ad entrare prima con la carta Ulisse. Il viaggio si svolge regolarmente ed io vengo solo redarguito da una ragazza americana perchè ho le cuffiette ad un volume troppo alto! Vediamo un paio di film e proviamo ad abbozzare un minimo di programma di visite. Arriviamo in vista di New York con un bel sole contrariamente alle previsioni che davano brutto tempo oggi. Il passaggio della dogana è stavolta velocissimo mentre aspettiamo un po' per il bagaglio, Prendiamo un taxi con un autista un po' nevrotico che prima ci chiede se vogliamo tariffa flat o meter (quest'ultima scegliamo noi) e poi guida in maniera orrenda. Abbiamo tutti e due mal di testa ed io anche un po' di mal di stomaco. prendiamo anche il tunnel per Manhattan perchè secondo lui c'è meno traffico. Alla fine arriviamo a Brooklyn attraversando il famoso ponte. L'autista fa almeno un paio di telefonate all'albergo per capire come arrivare ed alla fine ci siamo. Facciamo il check-in e stiamo in stanza. (al 20° piano). solo pochi minuti e poi usciamo per andare a cenare nella "trattoria pizzeria" Il Brigante dove siamo già stati un paio di volte a giugno 2010. Attraversiamo Brooklyn Heights ed arriviamo sulla promenade di fronte a Manhattan.
Facciamo parecchie foto, l'aria è molto pulita e ci avviciniamo al tramonto. Raggiungiamo poi il ponte di Brooklyn e lo attraversiamo. C'è neve, molte persone a piedi, ogni tanto un ciclista sfreccia suonando o fischiando per chiedere strada.
Arriviamo quindi alla trattoria. C'è la proprietaria ma non Alessandro (il cameriere toscano) che sarà di turno venerdi e sabato. Prendiamo un'insalata di avocado come antipasto e poi Ernesta linguine allo scoglio ed io invece involtini di spaghetti alle melanzane e alla fine il tiramisù. In un'oretta torniamo in albergo di nuovo a piedi.
Mercoledi 23 febbraio
Il piano terra è stato destinato a negozi quasi tutti di tipo alimentare tranne il primo che visitiamo a lungo che si chiama Anthropologie e vende abbigliamento mescolato con mobili e curiosi libri di cucina. Dopo il market visitiamo tutto il tratto della High Line ora aperto e poi scendiamo a vedere qualche galleria d'arte di Chelsea.
Risaliamo poi la 10th Avenue fino alla 23esima strada dove pieghiamo a destra per il Chelsea Hotel. Ci fermiamo quindi per bere a mangiare qualcosa in un BBQ qualsiasi. Proseguiamo per Birdland prendendo alla fine la metro per una fermata. Il locale però è chiuso. Andiamo quindi a piedi da B&H (negozio di apparecchi per foto e video) dove facciamo solo un giro panoramico. A me colpisce il sistema di movimentazione della merce fatto attraverso una rete di nastri trasportatori che fa un rumore notevole. Torniamo da Birdland ed entriamo per la performance delle 5 pm. Ci danno un tavolo proprio davanti al palco. Ordiniamo solo da bere e alle 5 e 30 inizia il concerto. E' jazz classico, anzi molti brani sono blues ma loro sono molto bravi. Accanto a noi una coppia brasiliana prende a parlare con il pianista che pensavamo fosse italiano ma parla con loro in portoghese! Finito il concerto mangiamo un hamburger da Shake Shaq e poi visto che siamo molto stanchi torniamo in albergo. Siamo in stanza poco prima delle 9.
Giovedi 24 febbraio
La sinagoga è in una stradina piena di insegne cinesi e la facciata è in stile moresco. E' aperta per le visite e quindi entriamo dal livello più basso. Ci accoglie una signora minuta (Myriam) che coi dice ci sarà una visita guidata in 10 minuti. Accettiamo e paghiamo (20 $). Iniziamo la visita e subito veniamo interrotti perchè si uniscono altri 4 americani. La visita dura circa un'ora ed è molto gradevole. La signora parla un inglese molto comprensibile e alla fine scopriamo che era una professoressa d'inglese da 4 settimane in pensione e stava frequentando un corso come guida turistica al MET e frequentava anche un corso su Michelangelo. Usciti ci dirigiamo verso il negozio Northface e finiamo per fare un giro per SOHO. Visitiamo il negozio Dean&Deluca dove Ernesta compra una borsa. Vediamo anche il negozio Northface e poi ci spostiamo verso il Lincoln Center.
Cerchiamo invano il concerto gratuito (che poi scopriamo essere nella Juilliard School) e poi prendiamo i biglietti per il concerto di musica classica del giorno dopo alle 11 incluso un pre-talks. Scendiamo poi lungo la Broadway per Times Square dove compriamo lo spray per pulire il cappello di Giacomo. Mangiamo di nuovo da Shake Shaq sempre pieno zeppo. Prendiamo poi la metro per l'albergo.
Venerdi 25 febbraio
Andiamo a sentire il pre-talks in una piccola saletta dove un tizio appassionato dell'Italia e della sua cucina ci parla soprattutto dei due brani prima della 5a sinfonia di Beethoven (Fred Plotkin) facendoci sentire anche qualche stralcio dei brani. Andiamo poi nella sala dove siamo nelle ultime file ma la distanza dal palco non è poi troppo grande. Il primo brano è un po' astruso mentre il secondo di Benjamin Britten è molto interessante e il violino è suonato da Janine Jansen una ragazzona olandese molto brava e anche bella. Poi c'è la quinta. Alla fine del concerto decidiamo di andare al Whitney Museum di arte contemporanea attraversando Central Park.
La pioggia sembra essere quasi finita ma quando siamo proprio in mezzo a Central Park prendiamo un bel shower che come dice il nome ci bagna completamente fino alle ginocchia. Usciamo dal parco indecisi su cosa fare. Poi entriamo da Bloomingdale e compriamo un paio di stivali di gomma per Ernesta che nel frattempo si era comprata dei calzini. Con le nuove calzature proseguiamo verso l'Upper East Side sulla Lexington che si rivela una strada molto piacevole con università, belle case, negozi e piccoli posti per mangiare. Visitiamo poi il museo dove Hopper la fa da padrone e poi scendiamo ancora lungo la Madison prima e poi ancora la Lexington dove mangiamo qualcosa (caffè, cioccolata calda e due dolcetti). Il posto si chiama Le Pain Quotidien e forse è una catena ma è molto carino ed accogliente. Ci incontriamo poi con Fulvia Calascibetta e famiglia all'Hilton dove loro alloggiano. Andiamo prima a recuperare il telefono di Fulvia (l'aveva lasciato in un negozio) e poi andiamo a cena in un BBQ che loro avevano già provato. Mangiamo un piatto misto di carne enorme e poi con la metro in albergo.
Sabato 26 febbraio
Poi scendiamo un po' verso downtown, prendiamo un caffè ed un dolcetto e poi la metro per raggiungere Macy's sulla 34th strada. Stiamo dentro Macy's per un bel po' ma senza comprare niente. Poi usciamo e compriamo delle magliette da Footlocker. Ci fermiamo anche da Strand che qualcuno ha giudicato la più bella libreria di NY. Ci sono degli enormi scaffali pieni di libri, c'è molta gente (c'è la fila per pagare). Compriamo due libri ed una maglietta ispirata a FARENHEIT 451. Scendiamo ancora a piedi per poi prendere la metro per raggiungere il Brigante dove troviamo Alessandro che all'inizio fa fatica a riconoscerci ma poi sembra ricordarsi. Mangiamo di nuovo pasta (vongole per me, zucchine e calamari per Ernesta). Terminiamo con cannolo ripieno, moscato ed espresso. Torniamo con la metro in albergo.
Domenica 27 febbraio
La parte più tranquilla del Village è veramente gradevole con le sue case basse che ci riportano un po' nel nord Europa. Poi percorriamo Bleecker Street e ripassiamo nel "court" dove si gioca a basket ma stavolta il livello è un po' più basso. Mangiamo un falafel in un posto segnalato e prendiamo caffè e cappuccino al caffè "REGGIO".
Proseguiamo poi a girare cercando di vedere il Jefferson Market Courthouse ma è in restauro e vediamo molto poco. Ci fermiamo in un negozio italiano di alimentari stile Dean&Deluca e anche in una libreria Barns&Noble. Decidiamo poi di cenare ancora da Shake Shaq che troviamo con un po' di fatica. Prendiamo una root bier che pensiamo sia una birra e sembra invece una specie di medicina! Anche il SUNDAE si rivela una cosa poco appetibile con una specie di panna sopra e una marea di cioccolata. Andiamo poi in albergo.